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INTRODUZIONE

                                              L’  “ Academia Imperialis”  nell’Italia del Settecento e oggi.

 

Fin dal Seicento proliferavano in Italia Accademie di varia natura ( a carattere letterario, artistico, scientifico, teatrale, musicale ecc.) nate dal bisogno di intellettuali di organizzarsi in forme associative per discutere di problemi comuni, per scambiarsi informazioni, ma anche per sentirsi uniti come appartenenti ad una categoria definita. Di qui la diffusione delle Accademie, cioè di quelle “ società di uomini di scienze, di lettere, d’arti” che sorsero numerosissime nelle città maggiori, ma anche in centri di provincia a iniziativa di privati o sotto la spinta di autorità, a opera di intellettuali importanti o di modesti uomini di cultura, con interessi diversi. Gli aderenti alle Accademie erano generalmente appartenenti a diversi strati sociali e a diverse categorie professionali: vi si ritrovavano nobili o borghesi, letterati e medici, avvocati, scienziati, ecclesiastici che convivevano nella “ società”, accomunati dal loro interesse al dialogo, alla

 “ conversazione” culturale ed erudita e impegnati a socializzare la loro cultura e le loro conoscenze.

L’Accademia rispondeva quindi ad una esigenza culturale e insieme mondana , soddisfatta dalla “conversazione”con cui “ l’uno permuta con l’altro le merci dell’intelletto”, ma anche dal semplice stare insieme “ in allegrezza”, in un luogo e in uno spazio in cui l’ “ intrattenimento” diventa festa e gioco: nel contempo questo modo di stare insieme era un  modo di ritrovarsi e di identificarsi come intellettuali, al di là del proprio ruolo sociale o professionale. Difficile stabilire una tipologia delle Accademie, anche attraverso i loro nomi, spesso strani, bizzarri, paradossali: nomi, comunque, che denotavano una comunità di intenti e di caratteri( Accurati, Coraggiosi, Illuminati, Riformati, Abbandonati, Negletti, Sfaccendati, e così via).Esistevano anche Accademie scientifiche che aggregavano matematici, astronomi, botanici e medici. Tra le più importanti L’Accademia dei Lincei, fondata a Roma dal principe Federico Cesi nel 1602, e l’Accademia del Cimento, fondata da Leopoldo di Toscana nel 1657. Si trattava di Accademie altamente specializzate, sedi di ricerca e di collaborazione scientifica tra i membri, spesso a contatto con studiosi stranieri, a loro volta organizzati in centri accademici analoghi. I più prestigiosi furono la Royal Society di Londra e l’Académie Royale des Sciences. Sull’esempio di queste grandi istituzioni scientifiche , si svilupparono successivamente altre grandi accademie europee, come quelle di Berlino (1700), di Pietroburgo (1724),di Stoccolma(1739), di Vienna (1747), a segnalare che oramai la “Repubblica degli scienziati” aveva trovato radici profonde in ogni realtà nazionale.

E’ in questo clima culturale che nasce a Roma nel 1705, l’ “ Academia Imperialis” sotto la protezione del Cardinale Giuseppe Renato Imperiali, la cui biblioteca privata rappresentava il punto di riferimento più importante e luminoso in Europa. Solo due anni prima Muratori aveva proposto la costituzione di un’accademia nazionale, la “ Repubblica dei letterati”,che unisse e coordinasse gli sforzi innovativi degli intellettuali italiani, con la fondazione dell’Accademia d’Arcadia, creata nel 1690 dalla regina Cristina di Svezia.

Vero è che fin dai primi decenni del Settecento, si possono cogliere i segni di una rinascita culturale italiana, favorita dai riannodati legami con la cultura europea. “ Essa trova origine nella rinnovata curiosità per i progressi scientifico-filosofici, nell’emergere di una nuova cultura laica, nel diffondersi di nuove tendenze critiche nel campo dell’erudizione e di una straordinaria avidità di sapere a carattere enciclopedico” ( Woolf).

 Mecenate illuminato, il Cardinale Imperiali, entrato nei favori di Papa ClementeXI, dette vita ad un cenacolo culturale divenendo un importante punto di riferimento per intellettuali ed artisti europei.

I canali di interscambio culturale con l’Europa furono tanti “ fili spesso fragilissimi e clandestini, legati a scambi epistolari, a conoscenze di viaggio, a libri in scaffali di biblioteche che vennero riannodando il nostro paese alla produzione culturale europea. Le biblioteche e gli epistolari furono le strade che riattivarono uno scambio di idee, limitato ma intenso, tra Italia e Europa”. Una tra le più importanti e prestigiose del tempo, la Biblioteca Privata del Cardinale, non divenne, come auspicava il Cardinale stesso, una Biblioteca pubblica, e gran parte di quell’inestimabile patrimonio, andò disperso, ma lasciò un segno profondo nella cultura del tempo divenendo centro di aggregazione di eruditi ed intellettuali. Testimonianze di quelle collezioni dal valore inestimabile sono conservate nell’attuale biblioteca pubblica Arcivescovile “ De Leo” di Brindisi, ma i volumi acquistati da Annibale De Leo fondatore della prima biblioteca pubblica di Terra d’Otranto, costituiscono solo una minima parte del patrimonio librario della Biblioteca del cardinale.

Ci si interroga su come sia stato possibile disperdere un simile patrimonio nonostante l’impegno dell’”Academia Imperialis” che, al passo con i tempi ( siamo in pieno secolo dei “lumi”) e quindi con  la diffusione dei nuovi saperi e della cultura illuministica, sostituì alla vecchia forma dell’accademia- conversazione, “ intertenimento” di nobili e di studiosi, una nuova funzione sociale dell’Accademia stessa, legata al lavoro, al progresso, all’utilità pubblica, alla felicità.Una risposta la si potrebbe trovare nell’atavica arretratezza culturale dell’Italia rispetto all’Europa, ma, ipotesi a parte,l’enigma rende, oggi, ancora più affascinante la ricerca del dott. Francesco Fullone, benemerito della Fondazione e di altri studiosi che da venti anni lavorano alacremente perché la memoria del Cardinale Giuseppe Renato Imperiali e il valore della sua Biblioteca continuino a dare lustro alla città facendone un centro di multiculturalità europea. 

 

 

 

                                                 Prof.ssa Paola Rapini,

                                                 Docente di Italiano e Storia

                                                           Liceo Linguistico “G.Cesare” di Bari

                                                           Dirigente del Laboratorio linguistico

                                                                     La Villa dei Papiri”

                                                                     Ricercatrice storica

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