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  domenica 16 giugno 2024 III Conferenza sul Mediterraneo Registrazione 
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ATTI  

 

 DELLA

 

III CONFERENZA

PROGRAMMATICA

 

“ IL MEDITERRANEO TRA GIUSTIZIA E DEMOCRAZIA

Analisi e prospettive ”

 

CURATI

DALL'AVV.

GIUSY MARROCCO

 

 

LA CONFERENZA SI E' SVOLTA

NEL

 

 

Salone dei Convegni

dell' E.A.Fiera dell’Ascensione

 

a Francavilla F. 

 

Sabato 22 MAGGIO 2004   - ORE 10.00

 

 

§§§§

 

sotto l’Alto Patronato del

Presidente della Repubblica

 

 con il Patrocinio

 

di

 

Comune di Francavilla Fontana

 

                                                              Regione Puglia

 

Sotto l’egida

delle  Universita’ di Bari e Lecce

 

Segreterie organizzative

 

E.A.FIERA DELL’ASCENSIONE

72021 Francavilla Fontana  Br

tel.\fax 0831841768

 

ACCADEMIA IMPERIALI

72021 Francavilla Fontana  Br

Tel/fax 080 5241297    3389413254 - 3355758135

06-3232426  

e-mail :  info@ accademiaimperiali@.org

 

 

 

 

 

       

                                   MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

 

                        La III Conferenza Programmatica dal titolo “Il Mediterraneo tra Giustizia e Democrazia” e’ una occasione per riflettere sul tema del dialogo e dell’integrazione interculturale.

 

                       Questa iniziativa rafforza nella coscienza comune la consapevolezza dei valori di Liberta’ e di Solidarieta’ che sono alla base di una armoniosa convivenza per un futuro di pace nel Mediterraneo,in Europa e nel Mondo.

 

                       Con questi sentimenti il Capo dello Stato esprime apprezzamento agli organizzatori dell’evento e invia a tutti i partecipanti un augurio e un saluto cordiale,cui unisco il mio personale.

 

Gaetano Gifuni

Segretario Generale Presidenza Repubblica

 

 

 

PREMESSA

 

 

 

     La Giunta Esecutiva  ed il Consiglio Generale  hanno voluto che si pubblicassero gli atti di questo convegno che ha visto la partecipazione di illustri personaggi,grazie – anche – alla collaborazione con l’Accademia Imperiali Italiana.

 

     Il tema di questa conferenza  e’ di grande attualita’ e molte soluzioni ai conflitti che affligge l’umanita’,passano senz’altro attraverso  un  serio e approfondito dibattito sul problema,non solo nelle sedi istituzionali preposte a tali argomenti,ma anche attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica per meglio poter incidere  nella cultura e nei costumi  delle giovani generazioni.

     Ringrazio in modo particolare l’avv. Giusy Marrocco che ha voluto offrire gratuitamente la sua preziosa collaborazione per la realizzazione di  questo opuscolo e l’’Accademia Imperiali che ne ha curato la realizzazione.

 

 

Cav. Francesco Agnusdei

Presidente dell’E.A.Fiera dell’Ascensione

 

 

CONSIDERAZIONI

 

L’Ente Fiera di Francavilla Fontana,con l’organizzazione della III Conferenza programmatica “Il Mediterraneo tra Giustizia e Democrazia”,vuole proporre una riflessione collettiva sui temi della giustizia,della democrazia,sul ruolo dell’Italia e dell’intera area del Mediterraneo all’interno degli attuali processi d’integrazione politica economica e sociale dell’Europa e della Comunita’ internazionale,sull’immigrazione,sulla famiglia multietnica …

 

Il Mediterraneo e’ un’area interessata da complessi processi politici e sociali,che mirano a favorire non solo lo sviluppo commerciale ed economico ma anche l’interscambio tra le diverse culture e civilta’ presenti in tale area geografica,con lo scopo ultimo di far crescere le interrelazioni tra le societa’ europee e le societa’ mediterranee.La conoscenza reciproca delle popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo tende alla convivenza pacifica fra culture diverse, ed e’ la premessa per la lotta ad ogni forma d’intolleranza e di chiusura,per un Mondo d’integrazione,di solidarieta’,di rispetto reciproco,di pace.

 

                           Avv. Giusy Marrocco


 

INTRODUZIONE DEL COORDINATORE DEL CONVEGNO

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Prof. Avv. Gaetano Veneto -  Ordinario Diritto del Lavoro

                                                  Università degli Studi di Bari

                                                  Vicepresidente dell’Accademia Imperiali Italiana

 

Il convegno “ IL MEDITERRANEO  TRA GIUSTIZIA E DEMOCRAZIA “ verte su temi molto delicati e caldi per l’Italia meridionale , per la nostra regione in particolare e per la costa Adriatica : l’immigrazione , la convivenza fra culture , esigenze di vita , bisogni, speranze, sogni  ma anche  drammi familiari diversi per gli immigrati e gli abitanti del nostro territorio.

E’ un’occasione per riflettere sul tema del dialogo dell’integrazione interculturale, è un’iniziativa,  come si legge nel messaggio inviato per l’occasione dal Presidente della Repubblica ,che tende a rafforzare nella coscienza comune la consapevolezza dei valori di libertà e di solidarietà che sono alla base di un’armoniosa convivenza per un futuro di Pace e di serenità nel Mediterraneo, in Europa e nel Mondo .

 

SALUTI DEGLI ORGANIZZATORI

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Cav. Francesco  Agnusdei – Pres. dell’Ente A. Fiera dell’Ascensione .

 

In qualità di rappresentante dell’Ente Fiera, un ringraziamento a tutte le Autorità civili, religiose, politiche e all’Accademia Imperiali Italiana che insieme all’Ente Fiera hanno collaborato per la riuscita delle conferenze organizzate in occasione della 65^ Fiera dell’Ascensione.

 La Fiera ha come obiettivo principale quello di promuovere l’economia Jonico-Salentina, per questo è importante che l’Ente affronti tematiche che riguardano non solo lo sviluppo dell’economia, ma anche ciò che ostacola il suo progresso.

Il Mediterraneo tra Giustizia e Democrazia è tema molto delicato per il nostro Paese che accoglie migliaia d’immigrati, perciò è importante sapere come rapportarsi con popolazioni con culture e tradizioni diverse dalle nostre . 

Da anni l’Ente si adopera  a stringere rapporti anche con i Paesi del Mediterraneo e a questo scopo sono state organizzate visite guidate con operatori economici non solo di Francavilla, ma dell’intero territorio.

 

 

Rev. Padre Guido Fiorino – Parroco  Chiesa Maria. S.S.della Croce – Francavilla F.

 

La Fiera dell’Ascensione è nata 200 anni fa all’interno dell’organizzazione della festività della Madonna della Croce .

 Successivamente la Fiera è cresciuta, si è ingrandita e ha preso la sua direzione , tuttavia è rimasto sempre un legame tra la Fiera ,la Parrocchia e la festività della Madonna della Croce.

Il tema sul Mediterraneo è molto vasto, si intersecano tematiche quali giustizia, democrazia , relazione fra i popoli e tra di esse ve ne è una molto cara alla parrocchia : La famiglia. .Negli anni precedenti abbiamo trattato il problema della bioetica che riguarda la famiglia, il rapporto tra genitori e figli, la nuova legge sulla adozione. Quest’anno stiamo affrontando l’argomento della famiglia multietnica  con le sue diversità .

 E’ importante che la voce della Chiesa si faccia sentire e intervenga su questi argomenti così attuali e di grande immediatezza, poiché la nostra vita non si può ridurre solo a rapporti di carattere economico .

 

 

Prof. Dr. Elio Pagliarulo – Docente di Istologia Umana

                                             Universita’ di Bari

                                             Presidente dell’Accademia Imperiali Italiana

 

L’Accademia Imperiali e’ un sodalizio letterario e scientifico,nata sulle vestigia dell’ “Academia Imperialis”,fondata nel 1705 dal grande mecenate,Cardinale Giuseppe Renato Imperiali di Francavilla.Vari e diversificati sono le attivita’ che questa Istituzione porta avanti: promozione della Cultura,Volontariato sociale,aiuti ai  bisognosi,adozioni a distanza,ecc..

Nel campo della cultura,tra l’altro,da tre anni,questo sodalizio si sta interessando  sull’evoluzione  delle societa’ che si affacciano sul Mediterraneo,in previsione dell’entrata in vigore nel 2010 dell’Euromediterraneo.

 

Parlare di giustizia,democrazia,difesa delle culture peculiari dei popoli viciniori,parlare di integrazione degli stessi e rivisitare le grandi problematiche della famiglia  occidentale ed orientale e come  si possano integrare le varie diversita’,fa parte del compito che quest’oggi,con questo convegno,ci siamo prefissi,anche per essere di stimolo verso coloro che hanno possibilita’ di intervenire con piu’ forza sia politicamente che socialmente. Senz’altro,gli illustri ospiti presenti,faranno sentire la loro autorevole voce.

 

 

SALUTO DEGLI OSPITI

 

 

Dott. Mimmo Mele – Consigliere regionale

 

 La conferenza sul Mediterraneo ci induce ad una riflessione molto profonda visto la delicatezza della tematica.

Viviamo in un Paese libero, democratico, la cui validità è fondata  come dice la Costituzione , sul lavoro e sull’impegno di ognuno di noi .

Il fondamento essenziale per una vera democrazia consiste nella partecipazione di tutti alla vita politica della propria nazione .

Le istituzioni democratiche sono il bene più prezioso di una comunità: finchè esistono le istituzioni

tutto può essere criticato e migliorato, qualsiasi proposta  può essere accettata o respinta , qualsiasi legge perfezionata o abrogata .

Finchè esiste la libertà possiamo avere leggi sempre più giuste.

 Se crollassero le istituzioni verrebbe meno la libertà e in un Paese non libero la giustizia non esisterebbe perché la critica e il dissenso sarebbero proibiti.

La politica svolta dall’amministrazione regionale è sempre stata ispirata a questi principi messi in evidenza nel nostro Statuto.

Le riforme attuate dall’inizio della legislatura sono le testimonianze più concrete dell’impegno profuso per restituire fiducia verso le  istituzioni , la giustizia, la democrazia , a difesa della Pace , della libertà e della solidarietà.

 

 

  

On . Avv. Luigi Vitali  - Capo Gruppo della  Commissione  Giustizia  della Camera  dei Deputati

 

Il tema della giustizia è un argomento fondamentale.

Non c’è democrazia se non c’è giustizia : frase trainante della nostra società.

Oggi la giustizia non è più quella italiana , quella nazionale ma è quella europea, quella continentale.

I parlamentari con l’aiuto degli studiosi e degli operatori internazionali lavorano in modo che la giustizia amministrativa in Italia sia uguale a quella amministrativa in Germania, in Inghilterra , ai nuovi Paesi che sono entrati di recente nella Comunità Europea , per avere tutti le pari opportunità, per avere tutti i cittadini dell’Europa le stesse risposte.

Se c’è giustizia c’è sicurezza , se c’è giustizia c’è  democrazia, se c’è giustizia c’è libertà, se c’è giustizia c’è pari opportunità nell’accesso al lavoro, nel partecipare ad una società.

 

 

Sen. Dott. Alberto Maritati – Componente della Commissione antimafia

 

Ho ricoperto l’incarico di Sottosegretario con delega all’immigrazione .

La legge Bossi –Fini ha sbagliato e va corretta .

L’immigrazione è un fenomeno che tocca l’umanità e le relazioni umane.

E’ un fenomeno complesso: riguarda il modo di vivere di varie comunità internazionali di popoli interi ; e’ un tema che va affrontato con cautela, attenzione, approfondimento.

Il metodo repressivo è il meno efficace perché non abbiamo un esercito minaccioso che tende ad invaderci ,abbiamo persone , abbiamo problemi ,drammi, che si stanno consumando in tutto il mondo e noi che rappresentiamo la parte più fortunata , più avanzata dell’umanità abbiamo un carico di responsabilità .

Non è pietismo, ma c’è qualcosa di più che richiama la storia ,gli errori che la nostra civiltà ha commesso verso altri popoli e la necessità di affrontarli con strumenti adeguati della politica, della finanza ,della diplomazia ,degli accordi internazionali.

Correggiamo questa legge in considerazione anche dei motivi per cui tantissime persone lasciano la propria terra per sopravvivere, con strumenti normativi adeguati alla situazione.

 

INTERVENTI DEI RELATORI

 

 

 S. E. Mons. Marcello Semeraro – Vescovo di Oria e Presidente Onorario dell’Accademia

                                                           Imperiali Italiana

 

                     Tema:“La nuova famiglia multietnica. Problemi e  prospettive .”

 

Nel linguaggio corrente la parola fidanzamento è alquanto evitata, si predilige l’espressione stare insieme , invece è inflazionata la parola famiglia ,che è applicata alle più svariate forme d’unione tra persone.

Esistono una pluralità di forme di convivenza , non del tutto tra persone di differente sesso.

 Tali forme di convivenza che aspirano  ad essere chiamate e trattate come famiglia sono il risultato di molti fattori , di mutamenti di pensiero all’interno della nostra Europa Occidentale .

Uno di questi fattori è il contatto con aree diverse : per la storia, le tradizioni culturali- religiose , la concezione giuridico- societaria …..

Quando parliamo, ora, di multietnicità ci riferiamo non soltanto a razze diverse ma anche a diversità storiche, culturali , religiose, giuridiche, sociali.

E’ questo l’impatto che sta esercitando l’immigrazione, i dati istat ci dicono essere forte la mobilità interna in Italia, verificandosi particolarmente migrazioni dal Sud al Nord ma la nostra attenzione è attratta da quelle forme di immigrazione internazionale .

L’immigrazione internazionale è una delle realtà più caratteristiche in questo mondo che chiamiamo globalizzante .

La realtà dell’immigrazione internazionale si accetta con fatica ; non a caso in diversi Stati anche dell’Unione Europea , e l’Italia non è esclusa ,il tema dell’immigrazione è inserito come punto critico nei diversi programmi elettorali .

Il mio intervento si colloca casualmente a distanza di qualche giorno dalla pubblicazione da parte della Santa Sede di un documento sul fenomeno delle migrazioni .

 La sua data ufficiale è quella del 3/5/04.

 E’ un documento pubblicato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti.

Il fenomeno dell’immigrazione molte volte è determinato dalla libera decisione delle persone , spesso motivato da scopi culturali, tecnici, scientifici oltre che economici.

Dobbiamo ammettere che il fenomeno migratorio è il più delle volte segno eloquente di squilibri sociali , economici e demografici che esistono a livello regionale , continentale o mondiale  che spingono ad emigrare,Tale fenomeno affonda radici anche in alcune forme di nazionalismo esasperato presente in alcuni Paesi o addirittura nell’odio o nell’emarginazione sistematica o violenta delle popolazioni minoritarie o di credenti di religioni non maggioritarie nei conflitti civili etnici e perfino religiosi che insanguinano alcune nazioni specialmente del continente africano .

 Ci riferiamo a quelle guerre spesso dimenticate , di cui parla il Papa .

Tutto questo alimenta flussi crescenti di rifugiati profughi , spesso in mescolanza con i flussi migratori e coinvolgono società nel cui interno etnie , popoli ,lingue, e culture diverse si incontrano e si scontrano .

Il Papa, per la  giornata per la pace 2001 ,mise in evidenza  che le immigrazioni favoriscono anche la conoscenza reciproca e l’integrazione.

 Il Papa ha firmato mesi fa un importante documento riguardante l’Europa che  ha per vocazione l’apertura agli altri popoli non solo ideologica anche storica. 

Il nostro Mediterraneo è sempre stato terra di approdo.

 Le emigrazioni contemporanee sono delle sfide, certo non facili per noi, per il legame che hanno con la sfera economica sociale ,politica, culturale.

Chiusure pregiudiziali, tuttavia, riguardo questo fenomeno non aiutano ad andare avanti, non aiutano a camminare nella storia .

Le statistiche più recenti delle immigrazioni mi inducono ad una serie di riflessioni che si riducono in 3 punti:

1)l’immigrazione è già e tenderà ad essere, sempre di più, una dimensione strutturale della situazione europea mondiale ed anche italiana .

Il documento della Santa Sede, cui ho fatto riferimento poco fa , evidenzia  che questo fenomeno è una componente importante di quella interdipendenza crescente fra gli Stati, i quali non sono delle isole ma sono come in rete e tutto questo concorre a definire l’evento della  Globalizzazione, che  ha certamente aperto molti mercati, ma non ha aperto tutte le frontiere .

Non esiste soltanto una globalizzazione culturale, come dice spesso il Papa,ma  anche una globalizzazione della solidarietà.

 La globalizzazione ha aperto i mercati ,ha abbattuto le frontiere per la libera circolazione dell’informazione e dei capitali, ma non nella stessa misura in cui è aperta la libera circolazione delle persone.

Oggi è necessario prendere atto di questa situazione, nessuno stato come terra Mediterranea sfugge alla conseguenza di qualche forma d’immigrazione.

L’irrompere sulla scena internazionale di terrorismi o altro provoca  reazioni per ragioni di sicurezza che ostacolano il movimento dei migranti protesi verso il sogno di trovare lavoro e sicurezza nei cosiddetti Paesi del benessere ,che d’altra parte hanno sempre più bisogno di manodopera .

 I dati riguardanti l’Italia forniti dal Ministero dell’interno nel 2001 dicono che in Italia sono presenti 1340000 circa di stranieri soggiornanti, aggiungendo i minori e i permessi ancora in fase di registrazione si arriva a circa 2000000 con un’incidenza sulla popolazione di circa il 3%, un valore ancora sotto la media europea , che arriva al 5%, ma che è meritevole di considerazione la tendenza dell’aumento in Italia, così come specificano i dossier statistici sull’immigrazione del 2001 della Caritas Nazionale.

Questa tendenza per l’Italia ad essere terra dell’ immigrazione sarà alquanto vivace nel futuro, soprattutto quando cominceranno a farsi sentire in maniera marcata le conseguenze del nostro calo demografico.

La Conferenza Episcopale italiana ha intitolato la giornata per la vita del febbraio scorso con quest’espressione :” Senza figli non c’è futuro”.

L’immigrazione è una dimensione strutturale della nostra società.

Da un’immigrazione d’insediamento si è passati ad un’ immigrazione  che  si caratterizza per la presenza di famiglie e non d’individui soli.

Ecco il secondo dato che ci porta nel vivo della tematica : la famiglia multietnica , immigrazione come insediamento stabile e a carattere familiare .

In Italia stanno sempre più crescendo i matrimoni di mista religione.

 Questi insediamenti stabili non possono non incidere sulla concezione della famiglia e sulla sua regolamentazione giuridica e l’esito sarà positivo solo se vengono superati alcuni pregiudizi:

1° pregiudizio di ordine politico : ritenere che si tratti di una presenza temporanea e comunque non rilevante per il domani della nostra società, una forza lavoro ,una merce.

Un nuovo capitolo della schiavitù è il traffico umano che non risparmia neppure i bambini ma, senza giungere a tali  estremi, va semplicemente ribadito che i lavoratori stranieri non sono da considerarsi merce o mera forza lavoro .

 Ogni immigrato gode di diritti fondamentali inalienabili che devono essere rispettati.

Il contributo dei migranti all’economia del Paese che li ospita è legato poi alla possibilità di usare nel loro operare la loro intelligenza e la loro abilità .

 2° pregiudizio è quello culturale che porta a considerare gli immigrati, solo perché immigrati ,un pericolo per le regole fondamentali sancite nella Costituzione del Paese che li ospita .

 La differenza non deve, dunque, essere demonizzata ma armonizzata in un quadro comune di diritti e di doveri .

3° pregiudizio di natura giuridica che considera le norme del Paese d’accoglienza e gli ordinamenti del Paese d’origine come non modificabili così non deve essere per l’Occidente il cui diritto è stato in continua evoluzione e così non può essere neppure per i Paesi d’origine.

L’immigrazione stabile equivale a un’esperienza di superamento di rigidità giuridica , nessun diritto è divino anche se si tratta di diritti ecclesiastici che si ispirano alla religione .

Purtroppo su questo gli Stati occidentali sembrano alquanto tiepidi.

4° pregiudizio è quello religioso .

Chi è sicuramente religioso deve riconoscere agli altri la reciprocità della coscienza e rispettare la libertà.

 Anche i seguaci delle religioni monoteiste e mi riferisco in questo caso ai Cristiani , agli Ebrei , ai Mussulmani cioè a quelle Religioni che si richiamano ad una rivelazione di Dio sono uomini e donne che debbono essere sempre consapevoli di dover fare i conti con i limiti della propria storia , della propria umanità .

Il fatto che i cristiani,gli ebrei,gli islamici,siano chiamati a vivere con coerenza la propria fede, non li autorizza a ritenere di aver inquadrato la realtà incommensurabile della propria fede, perché le parole della propria fede si trasformerebbero in strumenti di stabilità verso gli altri , ciò vale non soltanto per la nostra realtà d’immigrazione ma anche per la valutazione e la lettura dei fenomeni dell’Iraq o dell’Afganistan,e di tutti i conflitti del continente africano ed asiatico, ma specialmente per il conflitto Arabo Ebreo- palestinese che è ritenuto, a mio parere, come il focolaio di tutti gli altri conflitti.

 

 

 

Prof. Gaetano Dammacco - Straordinario di Istituzione di Diritto Ecclesiastico

                                               Università degli  Studi di Bari.

 

Tema:  Giustizia e convivenza Pacifica nel partenariato Euromeditterraneo”

Che cos’è la giustizia ?

Tutti abbiamo la percezione di ciò che è l’ingiustizia , però se provassimo a dare una definizione di giustizia  avremmo non poche difficoltà .

Zagabeschi ,nel libro  “La domanda di giustizia “ ,introduce la riflessione sostenendo che su  tre cose si regge il mondo: la giustizia , la verità e la pace.

 In realtà sono una sola cosa : la giustizia, infatti, appoggiandosi sulla verità segue la Pace.

 Noi con una mentalità pragmatica confondiamo giustizia con giudizio, confondiamo giudicare con procedimento. Sono cose diverse .

La giustizia e la Pace per poterne individuare i contenuti vanno attinti al cuore dell’uomo: sono una condizione e la democrazia è uno strumento..

 E’ evidente che giustizia e democrazia non possono essere compresse, si possono trasformare in atteggiamenti concreti , perché questo è il problema oggi nel Mediterraneo:

 Individuare percorsi concreti di relazioni intersoggettive per organizzare un partenariato.

 La dichiarazione di Barcellona  e’ un atto significativo dell’inizio di un cambiamento di tendenza, e’ l’attenzione verso il Mediterraneo.

 Si può dire che il Mediterraneo ha avuto oltre 1000 anni di centralità, dal mondo romano fino alla battaglia di Lepanto : tutto il mondo era intorno al Mediterraneo,ma paradossalmente la battaglia di Lepanto che segue tra virgolette la vittoria del Cristianesimo sull’Islam , definisce una fase di stallo che comporta il decadimento del Cristianesimo e  lo spostamento dell’attenzione dal Mediterraneo al Centro Europa.

 Abbiamo dovuto attendere il 1995, la Conferenza di Barcellona per ridare la centralità al Mediterraneo.

 La centralità del Mediterraneo è data per tanti motivi.Il primo motivo e’ l’aver preso cognizione che c’è un rapporto di vicinato con i Paesi della riva Sud del Mediterraneo ed Est del Mediterraneo a cominciare dall’area Balcanica .

 Si prende contezza di questo per arrivare alla determinazione che è necessario rinvigorire gli sforzi, che erano stati completamente accantonati dall’Unione europea, per stabilire un rapporto con una società composita e un mondo diverso da quello Occidentale che ha seguito una sua strada di sviluppo, con il quale bisogna instaurare rapporti commerciali, ma soprattutto  stabilire le linee della pacifica convivenza.

Senza Pace non c’è benessere , non c’è sviluppo della persona , non c’è progresso , c’è solo fame e infelicità.

Se possiamo riprendere i rapporti con la Tunisia, la Libia, il Marocco e con altri paesi del Mediterraneo ,ciò è dovuto alla prima conferenza intergovernativa di Barcellona e alle altre successive che definiscono  il Partenariato Euromediterraneo e la linea dello sviluppo economico finanziario .

L’uomo aspira a qualcosa che è fuori di sè ,questo è ciò che ci differenzia dagli animali e anche dai nostri progenitori.

Viviamo per cercare qualcosa al di fuori di noi.

Se giustizia e pace  sono delle condizioni prima ancora che delle realtà esperenziali, che delle tecniche, che degli spazi di operatività, ciò vuol dire che dobbiamo attingere alle grandi aree culturali che hanno formato il Mediterraneo e tra queste le religioni.

 Concludendo, cos’è giustizia per le grandi religioni ? Per le grandi religioni la giustizia è condizione del perfezionamento di Dio.

La giustizia è un attributo di Dio, nel Corano la giustizia viene attribuita a Dio, la Pace è un dono di Dio ,quindi è la partecipazione a una condizione di esistenza creata indipendentemente dall’uomo e donata dall’uomo ,dunque la Pace e la giustizia sono beni che sono dati all’uomo .

Ciò vale per tutte e tre le religioni :.quella cristiana , ebraica e islamica .

 La conoscenza delle religioni ci aiuta a ridimensionare ciò che avviene o meglio a dimensionare ciò che avviene .

Il problema del terrorismo appartiene ad una visione politica creata in qualche modo dal colonialismo occidentale.

Nel Corano la sura 4-5 dice:” Dio vi ordina di restituire i depositi ai loro proprietari e di giudicare  con equità quando giudicate fra gli uomini.

Agite giustamente ,Dio ama coloro che giudicano con equità, non vi spinga all’iniquità l’odio per un certo popolo.”

L’equità è consono alla devozione .

Non ci sono tracce di terrorismo in questi passi del Corano e né nell’Ebraismo che ha la stessa dinamica .

Ma com’è che non riusciamo ad insediare uno spazio di giustizia e pace?

E’ evidente che il cuore dell’uomo non segue questa condizione, va verso altri interessi .

Dobbiamo tornare al contenuto essenziale delle cose ,dobbiamo tornare tutti alla Guerra Santa  che è uno sforzo interiore che porta l’essere umano  alla pienezza spirituale; non è l’uomo contro l’uomo, una nazione contro una nazione, ma è la guerra dell’uomo contro se stesso, alla ricerca della verità, della giustizia e della pace.

 

Prof. Antonio Fino  -   Preside della Facoltà di Lingue Straniere

                                      Università degli Studi di Lecce

 

“Tema: Le lingue quale strumento di mediazione interculturale e di pace nel Mediterraneo”

 

Le lingue permettono di capire e di farsi capire , condizione per dialogare con gli altri .

Sulla guida dello studente compare un’immagine del firmamento e della terra in primo piano, uomini e donne di tutte le razze, di tutte le età ed in alto una scritta :” Il mondo senza frontiere l’uomo senza frontiere ,l’uomo senza straniero.”

La conoscenza della lingua straniera costituisce la chiave per la costruzione del dialogo e della costituzione della Pace .

La volontà di dialogo nasce dall’anima .

Le guerre nascono all’interno dell’uomo.

 E’ quindi l’uomo che va educato .

Nel Mediterraneo esistono le condizioni storiche secolari per creare uno spazio nuovo di pace e di dialogo .

Si tratta di costituire una rete di interessi , una base di collaborazione economica tra popoli per creare e tenere fermo la barra del timone e un convivenza pacifica .

Il Mediterraneo ed i Paesi che si affacciano sono destinati al dialogo, ad unire le loro forze e ad operare sinergicamente con la consapevolezza delle difficoltà che ci sono e che ostacolano la pace.

Abbiamo una Comunità europea che sta subendo un processo di allargamento che pone la sfida  di una definizione dell’identità.

E’ un mondo che ha risorse, ricchezze, tecnologia, sul piano dei diritti umani ha raggiunto risultati notevoli, ma è un mondo in cui la popolazione sta invecchiando.

Invece la parte meridionale del Mediterraneo ha materia prima strategica ai fini della produzione di energia zona che conosce diversi cambiamenti , una triplicazione della popolazione negli ultimi 50 anni.

La popolazione araba è passata da 80 milioni a 250 .

Per ragioni anagrafiche e per spostamento verso le città sorgono problemi :cresce la domanda di servizi di assistenza sanitaria ,di scolarizzazione, di sicurezza .

Sono Paesi che non sono autosufficienti sul piano alimentare ,con linee ideologiche delle correnti più radicali dell’Islam.

L’Islam è una forza che mette in discussione gli assetti di questa società

La situazione dei Paesi mussulmani dell’Africa settentrionale sono complicate dal processo di mondializzazione e globalizzazione .

L’economia, oggi,si muove senza rispettare i confini tra stati e ciò mette in crisi lo stato nazionale tradizionale ma libera fenomeni imponenti.

Se non ci si riappropria della capacità di controllo entro certi limiti di questi fenomeni allora sfuggiranno e seguiranno altre logiche che sono quelle degli interessi economici del profitto che schiacciano diritti e dignità delle persone umane.

 La politica deve orientarsi verso obiettivi di dialogo, di collaborazione e  pace .

E’ necessario non identificare terrorismo con l’Islam ma anche da parte islamica è necessario abbandonare certe impostazioni ideologiche.

 La modernità è figlia dell’ Occidente, è vista come incarnazione di Satana e quindi l’Occidente è visto come l’incarnazione di Satana .

 Bisogna creare un’area di civiltà comune ,attenta alle differenze e rispettosa della originalità dei popoli .

 La condizione è quella di favorire i contatti per conoscerci, è necessario conoscere la lingua dell’altro ,dalla comprensione nasce il dialogo, la collaborazione e quindi la Pace.

 

 

Dr. Umberto PAGANO - Presidente della Corte di Appello di Lecce

 

Tema: “Immigrazione, legislazione vigente e sicurezza del territorio”.

 

Tema  antico  e ricorrente  ed oggi di grande attualità, il fenomeno  migratorio  ha fatto la nostra storia segnando epoche e periodi della vecchia e nuova era influenzando costumi e  determinando il destino  di intere generazioni:  dalle  migrazioni bibliche agli sbarchi degli immigrati dei nostri giorni,  un avvenimento umano coinvolgente, sempre, drammi personali  e  familiari  nonché,  e prima ancora,  situazioni di interi gruppi etnici, nazioni e continenti.

Emigrati,  immigrati,  profughi,  esuli,  rifugiati  politici  e religiosi,  lavoratori migranti sono i termini con i quali quel  fenomeno è descritto ed evocato, ognuno però riconducente ad un particolare status personale del soggetto  e  conseguente suo trattamento  giuridico nello  stato  accogliente  (diverso, come si vedrà,  da Stato a Stato), di  talchè l’uso ormai  invalso di evocarlo genericamente  come  “flussi migratori” non può e  non deve significare  confusione  delle diverse situazioni  delle quali si è fatto appena  cenno, ma semplicemente un comodo ma  opportuno riferi-

mento alla sua complessità, senza -  però -  annullare le diversificazioni  e specificazioni.

Generalmente   le migrazioni sono  legate,   nella opinione pubblica e nelle valutazioni

culturali e persino politiche (ma queste ultime dovrebbero, in  quanto espresse da politiche destinate al governo della cosa pubblica  e  quindi anche  del  fenomeno migratorio,   saper  coglierne la vera essenza e  quindi le  sue  cause reali)  a fattori  come la povertà,  le persecuzioni,  la sovrappopolazione,  se  non proprio il desiderio di   tentare con la fuga  all’estero l’avventura   della conquista   di  nuove frontiere. La storia ha – però -  perentoriamente smentito una tesi siffatta e per converso dimostrato che  “le diverse migrazioni passate  e  presenti sono  in  primo luogo

strutturate  e  condizionate  da elementi temporali  e  geografici”,    laddove di quei fattori “non si tratta di misconoscere l’importanza   bensì di  considerarli  una sorta di ingredienti di base che  movimentano  i  flussi migratori solo quando entrano  in combinazione con strutture ed eventi politici ed economici di più ampia  portata”.

E’ questa l’opinione di   una grande studiosa del fenomeno migratorio, Saskia Sassen,  la quale rifiuta l’immagine dell’ “invasione di massa” legata all’analisi che lo riconduce solo a cause contingenti come la povertà e la sovrappopolazione.

E’  importante liberarsi dell’immagine dell’invasione di massa descritta dalla  Sassen  in quanto  ciò  facilita l’avvio di  una  politica dell’immigrazione  sgombra  di fantasmi e piuttosto concentrata su esperienze circoscritte storicamente e geograficamente.

Il fenomeno migratorio,  universale ed antico,  ha interessato  il  nostro continente,l’Europa,  in particolare a partire dal secolo  XVIII,  per avere un forte  incremento nei due secoli successivi fino ai giorni nostri.  Capire le  cause che  principalmente ne determinarono i flussi serve  a  meglio definire e comprendere  il  contesto  e  le peculiarità delle migrazioni nel corso dei secoli  ed  anche a circoscrivere il tessuto   storico  e  socio-economico  che  ne  sono la premessa:  con l’obiettivo  non già  di operare per celebrarne la fine  e  neppure un radicale  ridimensionamento,  ma  con

quello più modesto di coglierne le significazioni più realistiche e le cause remote e recenti e per vedere, di queste ultime,  la possibile  neutralizzazione e circoscrivere così il fenomeno nel tempo e nello spazio.

Sorprende  l’uniforme ripetersi  e  rincorrersi delle situazioni ambientali che fanno da sfondo  all’intensificarsi dei  flussi migratori  nei  vari paesi  Europei,  in  primo luogo in Germania  ed  in Francia,   ma pure  in  Italia,  Spagna,  Svizzera,  Belgio,Olanda. Migliaia di contadini, braccianti,  artigiani, rifugiati politici e religiosi percorrono le strade d’Europa alla ricerca di un lavoro  e  di una dimora che non sempre si trovano e  ,quando si trovano, non sempre ripagano delle  fatiche  connaturate agli spostamenti.  Ancora una volta   a determinare l’avvio e l’incremento, solo ap-

parentemente, sono la povertà,  il sovrappopolamento  e  le persecuzioni religiose e politiche giacchè le cause prime, pur in presenza  di quei  fattori,  sono il forte sviluppo industriale nei Paesi dell’Europa centrale e la costruzione delle grandi opere pubbliche, stradali  e  ferroviare,  che agevoleranno il trasporto di  merci e persone  con conseguenti interscambi commerciali. Notevoli gli studi della  Sassen sui flussi migratori in Europa e pertinenti le riflessioni che,  come di seguito,  se ne possono trarre.

La Germania conosce una forte  emigrazione diretta nel  secolo XIX  verso il Nord America,  ma il flusso rallenta fino a scomparire del tutto  all’incirca verso  la  fine del secolo,  quando non c’è più la possibilità di acquisire oltremare  terra libera,  vi si afferma  il  modello migratorio stagionale  o  comunque temporaneo,  con il frequente  spostamento  di  masse  di  lavoratori verso  la  parte occidentale del paese,ove maggiori sono  i fermenti di industrializzazione,  quindi occasioni  di  lavoro e moderato benessere.

Qui  è  rilevante anche l’immigrazione  di masse provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est, in  particolare di Ebrei russi, molti dei quali, poveri  e  quindi non graditi,sono rimpatriati oppure fatti emigrare altrove col concorso delle stesse associazioni ebraiche di sostegno (v. Sassen “migranti, coloni, rifugiati”)  pur riconoscendosi l’importanza di questa presenza straniera  per l’agricoltura, l’industria  e lo sfruttamento delle miniere.

Con cadenze quasi analoghe  il fenomeno migratorio si svolge nello stesso periodo in  Francia, paese d’emigranti soprattutto verso le Americhe,  ma  connotato da una forte immigrazione, ben più accetta che non in Germania;  non solo per il  fabbisogno  di mano d’opera dovuto  al  ricorrente calo demografico  o  d’incremento delle milizie impegnate  in vasta campagna  di  colonizzazione,  ma  per  un diverso  approccio culturale al fenomeno stesso.  Mentre in Germania  è  vivo l’interesse  alla conservazione dell’integrità etnica e nazionale, per cui la cittadinanza va  concessa

iure sanguinis e non iure soli, in Francia si segue la politica dell’assimilazione, per cui non rileva tanto la questione razziale quanto la formazione  di  una coscienza e cultura comune, presupposto della naturalizzazione.

Non  è  azzardato considerare  la  Francia  il paese europeo di gran lunga più tollerante verso gli stranieri,  da sempre fino ai giorni nostri,  la nazione dunque che ha ricavato vantaggi dall’immigrazione  per  la  propria economia  ed  anche amministrazione statuale e  che  ha  saputo restituire agli stranieri concedendo il privilegio della naturalizzazione francese.

Già nel 1800 vivono in Francia 100.000 stranieri, nel 1880 sono quasi un milione,nel 1940 circa 3 milioni. Cifre eloquenti.

Al contrario di Francia  e  Germania,  ma  pure degli altri paesi dell’Europa centrale,come Svizzera, Belgio, Olanda, etc., l’Italia è un paese di forte emigrazione, nel continente ed oltreoceano,  venti milioni d’italiani che  dopo l’unificazione si dividono tra Europa, Nord e Sud America. Stati Uniti e Francia sono le mete preferite,quelle, per essere più precisi, che offrono migliori e più occasioni di lavoro.  Mentre  i  settentrionali  si dirigono verso  il  cuore dell’Europa, Francia  e  Svizzera  in

particolare, anche  in virtù  di  una  secolare tradizione di trasferimenti stagionali, i meridionali vanno verso  le  Americhe seguendo i  primi conterranei  e parenti che avevano  attraversato l’oceano. A  favorire  la  migrazione transoceanica  anche  il costo relativamente basso del viaggio dopo il varo delle barche a vapore, le  famose carrette destinate al trasporto di tonnellate di “carne umana”.

A favorire quest’emigrazione di massa  degli italiani sono gli scompensi economici interni dovuti alla contemporanea crescita industriale con  la  crisi in agricoltura e nell’attività manifatturiera; ma pure  i  forti richiami operati dalla progressiva industrializzazione estera con conseguente creazione di uno esteso mercato del lavoro.

Le precarie condizioni  di vita  nelle  campagne  e  nei piccoli centri legati  ad  una produzione manifatturiera locale ormai  in  crisi accentuano  il  fenomeno  migratorio ad inizio secolo XX, quando  nei  primi quindici anni  lasciano l’Italia circa 10 milioni di contadini, braccianti, artigiani    oltremare ed in Europa,  come nel secolo precedente.

In questo periodo  si  registra una forte presenza delle nostre comunità sia in  Francia,  ove  gli italiani rappresentano una quota assai consistente  del  variegato esercito di stranieri,  sia nelle Americhe  ed  in particolare modo negli Stati Uniti ed  in Argentina e Brasile.

In Europa,  in  particolare ancora  in  Francia,  gli emigranti italiani  si  riveleranno preziosissimi per lo sviluppo dell’atttività mineraria,  nella  costruzione  di strade e ferrovie, nell’industria della seta e nella viticoltura.

Un flusso di emigranti italiani nello stesso periodo postunificazione  partecipa  alla costruzione della ferrovia del Brennero e del San Gottardo; alcune migliaia,  ancora in Germania, in tutte le attività produttive, industriali  e  manifatturiere,  mal  ripagate  sia  in  Francia che  inGermania, ove sono addetti quasi sempre ai lavori più pesanti e a basso salario.

La prima conclusione.   Il fenomeno migratorio non  è  un prodotto dell’epoca moderna delle sue conquiste tecnologiche,  anche se,   tra le sue tante cause,  vi si può annoverare anche questa: per le connessioni con la disoccupazione mondiale.

Vero  è  invece che  tale fenomeno  è sempre esistito  e  con esso  i  popoli si  sono sempre dovuti confrontare  e  convivere.  Ma  finora  gli  Stati destinatari dei flussi migratori hanno affrontato il problema quasi sempre  con  grande disorganicità negli interventi,  trattandolo  alla stregua di un fatto di emergenza,  quindi,  di  ordine pubblico.

Eppure  emigrazione  ed  immigrazione riguardano ed interessano la  quasi totalità delle comunità nazionali, di tal che parrebbe  più  razionale un intervento organico volto a gestire  i  flussi ed i connessi problemi di sicurezza interna  nonché ad assicurare accettabili condizioni  di  vita  agli  immigrati nei vari paesi.  Ma la  cultura dell’accoglienza non  ha  fatto passi da gigante, sempre contrastata dalla difesa degli interessi locali,  anche  quando  la  presenza di forza-lavoro straniera è  risultata decisiva  per  lo sviluppo ed  il  progresso di  uno Stato.  A prescindere dagli atteg-

giamenti  xenofobi  e  razzisti  che di frequente hanno accompagnato il peregrinare di flussi migratori.

Su tale versante hanno fallito  la  Società delle Nazioni e fin qui anche l’ONU e  le organizzazioni mondiali del settore.

    E’ auspicabile  che il  rinnovarsi dell’interesse  degli  Stati  a gestire con più appropriati interventi le problematiche connesse agli attuali flussi migratori in  Europa e fuori porti con    il rifiuto dell’idea di emarginazione  e  per converso  la  disponibilità, a certe condizioni,  all’integrazione dell’immigrato nel  paese  in cui si trova e vuole risiedere.

In Italia il primo intervento organico nella materia  è stato fatto con l’approvazione della c.d. legge Martelli, la n.39 del 1990.  La normativa ha indubbiamente rappresentato  un  passo  in avanti nell’attenzione volta all’affare “immigrazione”,  senza peraltro affrancarsi dalla logica dell’intervento soprattutto di ordine pubblico.

Ma i  problemi posti nell’ultimo decennio  del  secolo scorso dall’intensificarsi dei flussi migratori nel mondo ed in Italia,  in particolare  in  Puglia  e Calabria  per  le note vicende politiche  e  sociali  dei  Paesi non lontani della Penisola  Balcanica e del Medioriente, hanno indotto il nostro legislatore  ad una maggiore  e  più approfondita attenzione  a  questa realtà.  Dopo una lunga decretazione d’urgenza, peraltro mai convertita,  con  la  Legge n.40 del 1998  ed  il successivo  d.lgs. n.286  del 1998 la materia ha trovato una definitiva sistemazione. Ed  è  bene dire, con soddi-

sfazione, che finalmente il Legislatore, superando  la  logica dell’intervento dettato da motivi  di ordine pubblico,  ha  saputo coniugare le esigenze emergenziali, dalle quali purtroppo non  si  può prescindere, con  quelle di consapevole solidarietà sociale.

    Si  può  dunque dire  che  la nuova politica dell’immigrazione si caratterizza per linee guida, relative alla programmazione degli ingressi legali,  al  coinvolgimento degli enti locali  nel  perseguimento della finalità dell’inserimento sociale  e comuunitario  dello  straniero,  nella  lotta all’immigrazione clandestina  ed ai  fenomeni criminali ad essa legati.

D’altra parte, l’ottica diversa con la quale la legge n.40 del 1998 tratta la materia è l’inevitabile risultato  cui  si  doveva pervenire  in  ossequio  a precise disposizioni della nostra Costituzione  ed  agli  indirizzi  di  approccio  più democratico imposti dalla normativa comunitaria.  Artt.2 e 10 Costituz.; - trattato di Mastricht,  accordo di Shengen, trattato di Amsterdam  (con tali accordi  si  prevede,  in particolare,  la libera   circolazione  di  soggetti  provenienti  da  Paesi  extracomunitari  nei  Paesi dell’U.E. -, con l’unificazione delle normative vigenti  - in particolare, gli artt.10 e

18 del trattato di Shengen  prevedono, rispettivamente,  il  rilascio del visto uniforme e di quello nazionale.

Ma definito,  per linee approssimative, l’ombrello normativo di protezione, in concreto di quali strumenti di difesa,  per una esistenza dignitosa, l’immigrato, clandestino e non, si può avvalere?

1)  Le  disposizioni   del   T.U.  costituiscono   principi   fondamentali,    ai    sensi

     dell’art.117 Cost.,   per  le regioni nelle materie  di loro competenza legislativa,

     norme fondamentali  di  riforma socio-economica  della  Repubblica  per le Re-

     gioni a statuto speciale e per le province autonome – Art.1.

2)  Riconoscimento dei diritti fondamentali della  persona allo straniero comunque

presente nel territorio nazionale – Sentenza n.62  del  1994 della Corte Costitu-

     zionale, che amplia  il novero dei diritti in esame rispetto  a  quanto  già  aveva

     fatto  la  Cassazione,  includendovi  anche  i diritti di nuova elaborazione giuri-

     prudenziale (riservatezza, identità personale, etc.).

3)  Lo straniero regolarmente soggiornante gode  dei  diritti in materia civile attri-

       buiti al cittadino italiano, in condizioni di parità,  così equiparandosi  lo  status

       civitatis  dei  due soggetti  (salve le specifiche previsioni normative che non lo

       consentono).Analoga parità e piena uguaglianza nei diritti rispetto ai lavorato-

       ri italiani, sicchè  allo straniero di regola è  riconosciuta pari opportunità di ac-

       cesso al lavoro e pari dignità sociale, morale ed economica.

   4) Ma un punto su tutti va segnalato,  per  la  particolare significazione politica e

        sociale ad essa connessa,  ed  è  il riconoscimento  allo straniero regolarmente

        soggiornante del diritto alla  partecipazione alla vita pubblica locale. Egli non

        potrà esercitare i diritti connessi al possesso della cittadinanza italiana (diritto

        di voto, partecipazione a concorsi nella P.A.), ma potrà  utilmente partecipare

        alla vita cittadina nelle manifestazioni  e  nella acquisizione di  posizioni sog-

        gettive che  ne  prescindono  -  anche  per  l’esercizio del voto nei referendum

        consultivi locali, se previsto dagli statuti comunali.La legge Martelli,che con-

        siderava il problema  di  esclusiva competenza statale, così escludendo gli in-

        terventi ed  i  contributi delle autonomie locali,  se  non quelli volontaristici, è

        qui opportunamente superata avendo invece la normativa approvata previsto

 

       il  pieno coinvolgimento degli enti locali,  territoriali e non, onde consentire la

       realizzazione effettiva dell’integrazione dello straniero.

5)   Allo straniero  è  garantita parità di trattamento col cittadino relativamente alla

       tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi. Si deve ritenere, allo

       straniero  comunque  presente  in  Italia,  anche  se  clandestino,    per   effetto

       dell’art.2  della Costituzione; non si può infatti negare che il diritto consacrato

       nell’art.24 della Costituzione  sia tra quelli fondamentali della persona umana,

       come già inteso da Cassazione a Corte Costituzionale. La posizione dello stra-

       niero è infatti espressamente garantita da norme del T.U.in materia di rifiuto o

       revoca del permesso e della carta di soggiorno nonché  per la tutela di   legitti-

       me posizioni soggettive,quali ad esempio le iscrizioni e variazioni anagrafiche

       condizioni necessarie per  la  partecipazione alla vita pubblica locale.  E’ dun-

       que previsto il ricorso al   TAR  in materia di rifiuto  o  revoca del permesso  o

       carta di soggiorno,  il  ricorso  al  giudice contro il decreto  di  espulsione ed il

       rientro autorizzato  in  Italia dello straniero sottoposto  a  procedimento penale

       per l’esercizio  del  diritto di difesa.  E’  inoltre previsto  il  gratuito patrocinio

       nella difesa contro il decreto di espulsione.

6)    Le disposizioni sul respingimento alle frontiere non si applicano  a  chi chiede

           asilo politico    al  rifugiato  e neppure in occasione dell’adozione di misure

           straordinarie per motivi umanitari. In tali casi la protezione è sempre accorda-

        ta, quindi anche agli immigrati clandestini  e  comunque entrati  nel  territorio

        nazionale contra legem – art.10.Altre  disposizioni di carattere umanitario so-

        no  presenti  nella  normativa vigente a tutela non solo dello straniero regolar-

        mente soggiornante  ma pure dei clandestini a dei responsabili di azioni delit-

        tuose. E’ comunque fissato il divieto  di  espulsione  e di respingimento verso

        uno Stato nel quale lo straniero possa essere oggetto di persecuzioni per moti-

        vi di razza, lingua, sesso, religione, politica, etc. – Art.19.

7)     Tutela della posizione lavorativa, diritto all’unita familiare, assistenza sanita-

         ria,parità di accesso all’istruzione ed ai corsi universitari,agli alloggi di edili-

         zia popolare,ed al relativo credito agevolato,di assistenza sociale e prestazio-

         ni previdenziali.

8)      Protezione diplomatica (art. 2 T.U.)… ogni straniero presente  in Italia ha di-

          ritto di prendere contatto con le autorità del suo Paese (salve ragioni di ordi-

          ne pubblico e sicurezza od attinenti all’amministrazione della giustizia),  in-

     formative a tali autorità da parte di  quelle del nostro Paese  in  occasione  di  e-

     venti che riguardano lo straniero,salvi i casi del rifugiato e  di richiesta  di  asilo

     politico.

9)  Il capitolo più qualificante della nuova disciplina  è  forse  quello riguardante le

      misure sull’integrazione sociale e sulle discriminazioni perché volte a realizza-

      re un non facile equilibrio tra le istanze di solidarietà  e  quelle  di controllo dei

      flussi migratori. Devono essere prevenute  e  combattute  le situazioni di emar-

      ginazione per ottenere un tale risultato occorre  la  volontà di realizzare un mo-

      dus vivendi  basato  sulla spontanea adesione ai principi  di  piena  ed  effettiva

      comunanza,  di spontanea accettazione all’inserimento sociale degli stranieri.

      In tale direzione agli enti locali sono stati affidati dalla legge compiti  ben  pre-

      cisi  (art.42 e segg.)  volti alla costruzione di un sistema  socio-economico  che

      riconosca pari diritti  e  dignità allo straniero regolarmente soggiornante e ripu-

      di atteggiamenti comunque discriminatori.

      E’ garanzia  di  un  intento realmente  lungimirante in vista del superamento di

      ogni  differenza tra etnie, lingue, religioni, etc.,l’esplicita previsione (art.43) di

      atti  di discriminazione verso gli stranieri da parte  di  cittadini  e  pubblici uffi-

      ciali  e  di correlate azioni civili  di tutela per ottenerne l’acclaramento e la ces-

      sazione (art.44).

Nel corso di un convegno a Cosenza,maggio 2002,quindi prima dell’approvazionedella Legge Bossi Fini così concludevo.

“Abbiamo riconosciuto troppo agli immigrati? Non direi  e comunque la nostra legislazione in materia è un valido biglietto da visita per  i  nostri connazionali all’estero, anche per invocare possibili condizioni di reciprocità.                         

 Senonchè pare che un rigurgito xenofobo, indotto  da  motivi di ulteriore sicurezza interna, porterà  al  prossimo varo  di  una  normativa  di  sostanziale  svuotamento dell’ancora vigente Legge Turco-Napolitano. Con la riforma  in  corso di approvazione si provocherà una stretta ingiustificata al cordone dell’immigrazione e non si renderà un servizio alle nostre comunità all’estero,alle quali sarà più facile riservare un analogo trattamento di sfavore da parte degli Stati ospitanti.”

Così è stato,ma con conseguenze meno deleterie del previsto. Ed invero occorre riconoscere  che quelle garanzie introdotte dalla precedente normativa  e  di  cui  ho fatto cenno ,non sono state rimosse: sono espressioni di civiltà giuridica  e  non  poteva essere diversamente. Tuttavia gravi distorsioni hanno trovato ingresso.

Con D.L. n.51/2002,conv. in L.n.106/2002, normativa che anticipa la  più organica Legge  Bossi-Fini,  la n. 189/2002, dopo  il  comma  5 dell’art.13 del Decreto L.vo n.286/98 (Legge Turco-Napolitano) è stato inserito il seguente 5 bis:“Nei casi previsti ai commi 4 e 5 il questore comunica immediatamente e,comunque, entro quarantotto  ore  dalla sua adozione al tribunale in composizione monocratica  territorialmente competente il provvedimento con il quale  è disposto l’accompagnamento alla frontiera. Il provvedimento è immediatamente esecutivo. Il tribunale  in  composizione monocratica,verificata la sussistenza dei requisiti, convalida il provvedimento

entro le quarantotto ore successive alla  comunicazione”.

E’ agevole cogliere e spiegare  la restrizione imposta, (i giornali così l’hanno commentata: via il soggiorno  nei  centri di permanenza, stranieri cacciati in 48 ore), di conseguenza la ragione dell’incostituzionalità  che  di  tale norma la Corte Costituzionale sta per pronunciare, come pubblicamente è stato annunciato.

La Bossi-Fini ha proseguito il cammino riformatore ma in senso restrittivo rispetto alla legge Turco-Napolitano:

1) in tema di soggiorno, sono introdotti  i  rilievi dattiloscopici per lo straniero che lo richiede ed è limitata la durata del  suo rinnovo;

2)  per l’immigrazione clandestina  sono  previsti  aggravamenti di pena, ai  quali viene escluso il giudizio di equivalenza-prevalenza di talune attenuanti, ed una previsione premiale per chi collabora;

3)   quanto  all’espulsione  amministrativa  è  confermata  la  disciplina delle legge 106/2002 (il comma 5 bis dell’art.13 di cui si è fatto cenno),che prevede, come  si è visto, cosa esclusa  (o meglio non prevista)  della legge  Turco-Napolitano, l’espulsione  immediata dello straniero considerato clandestino  con  provvedimento  munito di efficacia esecutiva (sotto questo profilo,dunque,come la Legge 106/02 anche la Bossi-Fini risulta essere viziata d’incostituzionalità);

4)   La disciplina sui flussi d’ingresso e sul lavoro a tempo determinato o a tempo indeterminato subisce  scarse modifiche, qualcuna condivisibile, mentre risulta eliminata (ed è cosa  negativa di non scarso rilievo) la  prestazione  di garanzia (del cittadino, dello straniero soggiornante e di enti territoriali e non)  per  l’accesso al lavoro, sostituita dalla previsione di possibili  iniziative  d’istruzione e  di formazione  professionale promosse dai Ministeri  e  da  Enti territoriali  nei

Paesi d’origine; tale modifica  poteva  aggiungersi  alla prestazione di garanzia, anziché sostituirla se la  finalità fosse stata quella  di promuovere l’accoglienza degli immigrati regolari, e non già contrastarla:come in definitiva è successo introducendo un ingiustificato ostracismo contro legittime ed apprezzabili iniziative anche di carattere umanitario, oltre che di natura economica-sociale, per l’acquisizione di prestazioni lavorative le più diverse (in ambito domestico, sanitario, assistenziale, etc.). Sono queste le modifiche più pesanti e meno ispirate alla cultura dell’accoglienza, che pure in Italia ed in particolare nelle nostre regioni meridionale ha tradizione e radicamento universalmente riconosciuti, apportate dalla Legge Bossi-Fini alla precedente normativa, prim’ancora di quelle che caratterizzano in senso più oppressivo l’intera disciplina dell’espulsione amministrativa e contro l’immigrazione clandestina. Pochi e insignificanti i ritocchi alla preesistente disciplina sul diritto all’unità familiare, sulla tutela dei minorenni, in materia sanitaria, d’istruzione ed alloggio nonché di partecipazione alla vita pubblica e d’integrazione sociale: di quelle parti della Legge Turco-Napolitano di cui all’inizio ho fatto cenno.

In breve axursus storico-legislativo che ho avuto il piaciere di rassegnarvi mostra in definitiva che la Legge ultima ha ridotto i diritti e le aspettative dello straniero soprattutto su due punti. L’espulsione amministrativa coatta e la preclusione per cittadini, stranieri soggiornanti ed Enti di promuovere iniziative spontanee di accoglienza. Due punti, qualificanti si per un efficace

ridimensionamento del fenomeno immigratorio, ma gravemente lesivi della nostra tradizionale apertura ai bisogni nonché della inevitabile accettazione delle dinamiche sociali che l’era tecnologica moderna propone. Certo, le ragioni di sicurezza, dei singoli e dell’intera collettività, non possono né devono essere trascurate, tampoco oggi, in un periodo storico che ci vede esposti, tutti indistintamente, al pericolo quotidiano di aggressioni, violenze, attentati. Ma lo stato di diritto non può rinnegare se stesso né principi millenari, non può difendersi annullando o riducendo la libertà né ricambiare con interventi di chiusura verso inermi vittime le turpitudini dei responsabili di sbarchi clandestini.

Occore una meticolosa organizzazione delle forze di polizia ed una rete capillare di controlli in tutte le direzioni per contrastare l’azione delittuosa dei profittatori degli altrui bisogni. In tale direzione mi pare che vadano gli accordi a livello poliziesco e giudiziario intrapresi con gli Stati soggetti, oggi, a fenomeni migratori cospicui ( noi lo fummo ieri), per la regolamentazione dei flussi e prim’ancora per un energico contrasto delle attività criminali che favoriscono gli espatri clandestini. Ed anche per interventi di carattere economico-sociale in loco volti a promuovere offerte di lavoro, possibilità d’istruzione e garanzie di solidarietà sociale. Intesifichiamo gli sforzi in questa  direzione giacchè l’alternativa è innaturale spiegamento di forze di polizia contro ricorrenti flussi migratori illegali.

Temo però che iniziative solo bilaterali, per l’estensione che il fenomeno va assumendo, con i riflessi e le ricadute terroristiche coinvolgenti paesi d’altri continenti, non siano più risolutrici.

L’Europa allargata e l’ONU devono finalmente farsi carico d’interventi incisivi  per contrastare la clandestinità nel fenomeno migratorio e recuperare in tale direzione quella credibilità perduta per i fallimenti finora registrati.

 

 

 

 

CONCLUSIONI

 

Prof. Avv. Nicola Buccico -  Componente del Consiglio Superiore della Magistratura

 

 Vorrei cogliere un aspetto interessante della lezione di S.E. Mons. Marcello Semeraro : il rapporto continuo che esiste fra fenomeno migratorio e mutamento della famiglia nucleare.

Negli ultimi 20 anni dal punto di vista dell’osservatorio giuridico ,la famiglia è stata oggetto di più attenzioni.

Sia pure attraverso un passaggio fugace di Mons.  Semeraro abbiamo potuto cogliere degli aspetti significativi del mutamento della famiglia : dalla famiglia tradizionale ,al riferimento a concezioni familiari che prescindono dalla eterosessualità, alle famiglie di fatto che si vanno sempre più espandendo sul nostro territorio e che hanno già visto l’intervento del legislatore quanto al riconoscimento di alcuni benefici , a quella forma di famiglia strumentale che è nota soprattutto a seguito della gravità,, quanto ad ampiezza, del fenomeno migratorio.

 E’ indubbio che forme di convivenza diverse si siano determinate e il legislatore e l’osservatore giuridico si sono interessati a questi fenomeni non sconosciuti dalla storia del nostro Paese .

L’ Italia è un Paese con un  popolo che sta emigrando verso l’esterno e riceve per la sua naturale condizione geografica l’afflusso di energia di lavoratori e di popoli che vengono da altre parti del mondo .

Nessuno può dimenticare come verso la fine dell’800 e ancora agli inizi del 1900 grandissimo è stato il flusso migratorio italiano verso i paesi del Nord e del Sud America, come il Nord d’Italia abbia beneficiato di flussi migratori che hanno reso forte alcuni poli industriali del Nord ed abbiano acuito le distanze fra il Nord e il Sud sul terreno delle differenze di carattere economico.

Oggi il fenomeno migratorio ci prende alla gola, e  vede continuamente ed incessantemente l’opera sia del legislatore che dell’osservatore giuridico .

 Nel codice del 1865 il concetto di cittadinanza aveva assunto una dimensione molto più moderna di quella che è oggi .

Oggi siamo arrivati ad un approdo anche secondo la legge Bossi – Fini che riconosce sia pure a limiti parziali il diritto di cittadinanza a determinate condizioni.

L’Italia ha una naturale recettività dal punto di vista culturale e giuridico nei confronti di coloro che vengono a stabilirsi sul nostro territorio senza porsi sul terreno dell’etica

Una sentenza del Giudice, il quale ritenendo simbolo confessionale il nostro crocifisso, aveva ritenuto che questo turbasse lo sviluppo educativo di un ragazzino di 11-12 anni mussulmano e aveva disposto che il crocifisso venisse  rimosso dall’aula andando contro una consolidata tradizione del nostro popolo.

Poi, il tribunale di Teramo ha annullato  il  provvedimento.

Noi dobbiamo essere in grado di recepire, senza però annullare, l’identità e i caratteri delle nostre tradizioni e la nostra cultura.


 

INDICE

 

 

 

INTRODUZIONE DEL COORDINATORE

 

Prof. Avv. Gaetano Veneto -  Ordinario Diritto del Lavoro

                                                   Università degli Studi di Bari

                                                   Vicepresidente dell’Accademia Imperiali Italiana

 

SALUTO DEGLI ORGANIZZATORI

 

Cav. Francesco Agnusdei  – Pres. dell’Ente A. Fiera dell’Ascensione .

Rev. Padre Guido Fiorino – Parroco  Chiesa Maria. S.S.della Croce – Francavilla F.

Prof. Dr. Elio Pagliarulo   – Presidente dell’Accademia Imperiali Italiana

 

SALUTI DELLE AUTORITA’

 

Dott. Mimmo Mele – Consigliere regionale

On . Avv. Luigi Vitali  - Capo Gruppo della  Commissione  Giustizia  della Camera  dei Deputati

Sen. Alberto Maritati – Componente della Commissione antimafia

 

RELATORI

 

S. E. Mons. Marcello Semeraro  Vescovo di Oria e Presidente Onorario dell’Accademia

                                                           Imperiali Italiana

                                                           Tema:“La nuova famiglia multietnica. Problemi e   

                                                                        prospettive .”

 

 

Prof. Gaetano Dammacco           - Straordinario di Istituzione di Diritto Ecclesiastico Università

                                                         degli Studi di Bari.

                                                         Tema:  Giustizia e convivenza Pacifica nel  partenariato  

                                                                      Euromediterraneo”

 

Prof. Antonio Fino                       - Preside della Facoltà di Lingue Straniere

   Università degli Studi di Lecce

                                                        Tema:” Le Lingue quale  strumento di mediazione 

                                                                       interculturale e di pace nel  Mediterraneo”

Dr. Umberto PAGANO              - Presidente della Corte di Appello di Lecce

                                                        Tema: “Immigrazione, legislazione vigente e sicurezza del 

                                                                    territorio”.

 

 

CONCLUSIONI

 

Avv. Nicola Buccico                   -  Componente del Consiglio Superiore delle Magistratura


 

                        

 

                     

E.A. FIERA DELL’ASCENSIONE                               ACCADEMIA IMPERIALI 

 

                                      PARROCCHIA MARIA SS. DELLA CROCE                        

 

                                 

III CONFERENZA

PROGRAMMATICA

 

“ IL MEDITERRANEO TRA GIUSTIZIA E DEMOCRAZIA

Analisi e prospettive ”

 

Salone dei Convegni

E.A.Fiera dell’Ascensione

 

Francavilla F.  Sabato 22 MAGGIO 2004   - ORE 10.00

 

 

§§§§

 

sotto l’Alto Patronato del

Presidente della Repubblica

 

 con il Patrocinio

 

di

 

Comune di Francavilla Fontana

 

Regione Puglia

 

Sotto l’egida

delle  Universita’ di Bari e Lecce

 

Segreterie organizzative

 

E.A.FIERA DELL’ASCENSIONE

72021 Francavilla Fontana  Br

tel.\fax 0831841768

 

ACCADEMIA IMPERIALI

72021 Francavilla Fontana  Br

Tel/fax 080 5241297    3389413254 - 3355758135

06-3232426  

e-mail :  info@ accademiaimperiali@.org

 

 

 

 

 

COMITATO SCIENTIFICO

^^^^^

 

 

Avv. Nicola Buccico

Consiglio Superiore Magistratura

 

Dott.  Umberto  Pagano

Presidente della Corte d’Appello di Lecce

 

Prof. Antonio Fino

Preside Facolta’ Lingue Straniere Mediterraneo

Universita’ degli Studi di Lecce

 

Prof.  Antonio Tarantino

Presidente  corso di Laurea interfacolta’  di Scienze politiche  e

relazioni internazionali

 Universita’ degli studi  di    Lecce

 

Prof. Gaetano Dammacco

Straordinario di Diritto Ecclesiastico

Universita’ di Bari

 

Avv.Mario Pavone

Patrocinante in Cassazione

 

Prof.Dott. Elio Pagliarulo

Docente di Istologia Umana

Universita’ agli Studi di  Bari

Presidente Accademia Imperiali

 

On.Prof. Avv. Gaetano Veneto

Ordinario Diritto del Lavoro

Universita’ degli Studi di Bari

Vicepresidente Accademia Imperiali

 

Dott. Francesco  Fullone

Segretario Generale E.A. Fiera dell’Ascensione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PROGRAMMA

DELLA CONFERENZA

 

Sabato 22 Maggio 2004         

 

Introducono

 

Cav. Francesco Agnusdei

Presidente dell’E.A.Fiera dell’Ascensione

 

Rev. Padre Guido  Fiorino

Parroco  Chiesa maria SS. Della Croce – Francavilla Fontana

 

Prof.  Elio Pagliarulo

Presidente dell’ Accademia Imperiali

 

Saluti

 

Dr. Vincenzo della Corte       Sindaco di Francavilla Fontana

 

Dott.  Raffaele    Fitto             -  Presidente della Regione Puglia

 

Sen.Dott. Euprepio Curto    -  V.Presidente  Commissione   Bilancio del Senato

 

Sen.Dott. Alberto Maritati – Commissione antimafia

 

Sen.Dr. Salvatore Meleleo – Commissione Difesa del Senato

 

On. Avv. Luigi Vitali               -  Capo Gruppo Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

 

Dott. Nicola Frugis                 - Presidente  Amministrazione Provinciale di Brindisi

 

Prof. Luigi Ambrosi              -  Presidente C.U.M. Consorzio delle Universita’ del Mediterraneo

 

Prof. Giovanni Girone          - Magnifico Rettore Universita’ di BARI

 

Prof. Oronzo Limone            -  Magnifico Rettore Universita’ di LECCE

 

INTERVENTI

 

 S.E. Mons. Marcello Semeraro – Vescovo di Oria

                                  Tema:  “La nuova famiglia  multietnica.Problemi e  prospettive” 

 

Dott. Umberto Pagano  Presidente Corte d’Appello di Lecce

                                 Tema: “ Immigrazione,legislazione vigente e sicurezza del territorio”

 

Prof. Antonio Fino – Preside della Facolta’ di Lingue Straniere -  Universita’ di Lecce.

                                 Tema:” Le Lingue quale  strumento di mediazione interculturale e di pace nel 

                                               Mediterraneo”

 

Prof.  Antonio Tarantino  - Presidente  corso di Laurea interfacolta’  di Scienze politiche  e   relazioni  

                                                                                internazionali – Universita’ degli studi  di    Lecce

                                 Tema: il rispetto dei diritti fondamentali quale strumento di convivenza pacifica.

 

Prof. Gaetano  Dammacco   - Straordinario di Istituzione di Diritto Ecclestiastico 

                                                                                    Universita’ degli Studi di Bari

                                Tema: “Giustizia e Convivenza Pacifica nel partenariato Euromediterraneo”.

 

COORDINA

On.Prof.Avv. Gaetano Veneto

Ordinario Diritto del Lavoro

Universita’ degli Studi di Bari

 

PRESENZIA E CONCLUDE

 Avv. Nicola Buccico

Consiglio Superiore  della Magistratura

 

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