ACCADEMIA IMPERIALI
Libero Sodalizio Letterario e Scientifico
ORIGINI
L’Academia Imperialis”, nasce a Roma nel 1705,sotto la protezione del cardinale Giuseppe Renato Imperiali. Il nucleo promotore ebbe molti studiosi accreditati che curavano,tra l’altro,la Biblioteca Privata del Cardinale.
L’accademico,mons.Giusto Fontanini(1) ,noto per la sua erudizione, nel 1711 preparo’ il catalogo generale del patrimonio librario chiamato : “Bibliothecae Josephi Renati Imperialis Catalogus”.
La Biblioteca conservava oltre al patrimonio librario,tra i piu’ ricchi ed importanti del XVII secolo in Europa,anche inestimabili opere d’arte pittoriche,scultoree ed archeologiche.
Ma con la morte del cardinale,avvenuta all’eta’ di 85 anni,svani’ il sogno di una Biblioteca Pubblica,come invece egli auspicava nella redazione del suo testamento,in cui al Principe di Francavilla suo nipote e legatario ordinava la dotazione di un assegno per la sua manutenzione e il suo accrescimento.Tuttavia,neppure l’ Academia Imperialis riusci’ nell’intento e gran parte delle collezioni di inestimabile valore risultarono disperse.Una parte dei volumi,tuttavia,fu trasportata a Francavilla,ma come scrive lo storico Pietro Palumbo, “non c’e’ documento da cui risulta l’uso pubblico”(1A).
Alla morte dell’ultimo Imperiali,parte di essi furono rubati e parte,sottratti dalla Casa di Latiano e venduti in varie zone d’Italia,in particolare a Roma e a Brindisi .Molti di essi furono acquistati da Annibale de Leo,il quale fondo’ in Brindisi (1798) la prima biblioteca pubblica di Terra d’Otranto,l’attuale biblioteca pubblica Arcivescovile “De Leo” di Brindisi.
Da allora parve tacere inesorabilmente il lustro e la fama consacrata dall’ Imperiali e si dovette attendere il 1984,quando,su iniziativa del dott. Francesco Fullone,cultore di lettere e storia,con l’aiuto di validi professionisti,tra i quali il prof. dr. Emanuele Calo’,il dr. Francesco Carriere,il dr. Gabriele Rampino,di eminenti vaticanisti,sotto gli auspici di S.E. il vescovo emerito di Oria,mons.Alberico Semeraro,uomo di straordinaria luminosita’,preparazione ed intelligenza, e di S.E. Rev.ma mons. Armando Franco, vescovo di Oria,sulle vestigia dell’ “Academia Imperialis”,legata a S.E.R. il Cardinale Giuseppe Renato Imperiali,sotto l’egida dei Riformatori Culturali,venne rifondato il sodalizio con la denominazione di ACCADEMIA IMPERIALI,per tenere sempre vivo il ricordo di un uomo illuminato,che contribui’ allo sviluppo della societa’ europea,favorendo l’approfondimento degli studi in tutti i campi dello scibile umano,attraverso i piu’ grandi uomini di cultura e pensatori del tempo,vicini a lui e alla sua biblioteca privata,che rappresentava il punto di riferimento piu’ importante e luminoso in Europa.
La presidenza,ricoperta da principio dal dott. Francesco Fullone,ininterrottamente dal 1984 al 1991,fu successivamente assegnata al prof. Emanuele Calo’,illustre odontoiatra,gastroenterologo e libero docente dell’Universita’ degli Studi di Bologna.Attualmente,riveste l’alto ufficio il prof. Elio Pagliarulo,otorinolaringoiatra e docente di Istologia Umana presso l’Universita’ degli Studi di Bari,sotto la direzione generale del dott. Francesco Fullone.
A tutt’oggi l’Accademia Imperiali,come recita lo statuto, ha come fine quello di arricchire le conoscenze atte a favorire i processi di integrazione europea e il dialogo tra tutti i popoli mediante la promozione di studi e iniziative pubbliche con particolare riferimento alla promozione della ricerca scientifica e della tutela dei diritti dell’uomo e alle implicazioni che da esse derivano in campo giuridico,sociale e culturale”.
L’Accademia,inoltre,promuove:
La valorizzazione dell’uomo,senza distinzione di razza,estrazione sociale o confessione religiosa,attraverso una educazione etico-sociale utile a permettere una crescita armonica globale,nel rispetto delle sue radici;
L’organizzazione dei servizi utili al miglioramento della societa’ civile;
L’assistenza sociale ai piu’ bisognosi ed indigenti;
L’istruzione e la formazione dei giovani,privilegiando i settori di maggiore attualita’ ed utilita’ e il loro inserimento sociale;
L’assistenza morale e materiale a tutti coloro che sono bisognosi di cure per aiutarli al raggiungimento dell’autonomia e riprendere autonomamente il cammino della vita;
La pace dei popoli con l’educazione dell’uomo alla comprensione e tolleranza reciproca;
Lo sviluppo culturale del fanciullo,educandolo al rispetto dell’equilibrio universale della natura e alla sua difesa;
Le attivita’ culturali,turistiche e ricreative del tempo libero per migliorare la qualita’ della vita dei soci;
Tutti quei settori che in futuro si renderanno utili per migliorare la promozione dell’uomo e che lo potranno portare a migliorare la propria esistenza.
Brevi note sul Cardinale
GIUSEPPE RENATO IMPERIALI
Giuseppe Renato Imperiali, quinto di dodici figli,nacque a Francavilla Fontana (Brindisi) il 1 maggio 1651 dal I Principe di Francavilla, Michelino Imperiali (2) e dalla dama patrizia Brigida Grimaldi.
Egli fu battezzato da D.Francesco Milone, Vicario di Oria e tenuto in fonte battesimale dal vescovo Raffaele Palma il 23 marzo 1652.
Trascorse la sua fanciullezza e parte della sua adolescenza a Francavilla Fontana aiutato nello studio dai suoi precettori.
Giunto all’eta’ di sedici anni,parti’ per Roma dove fu affidato alle cure di suo zio,il cardinale Lorenzo,anch’egli francavillese,il quale con speciale indulto di Clemente X lo fece entrare nel Collegio degli Ungari e Tedeschi e gli fu conferita la croce di Cavaliere dell’Ordine Gerosolimitano.
Studio’ in quel collegio lettere,giurisprudenza,filosofia e teologia.
Ottenuta la laurea dottorale nell’una e nell’altra legge e in Sacra Teologia, entro’ in prelatura ed ottenne l’ufficio di Chierico della Camera Apostolica (1670-1676).
Papa Innocenzo XI lo nomino’ Tesoriere Generale.
Papa Alessandro VIII il 13 febbraio 1690 lo fece cardinale Diacono col titolo di S.Giorgio in Velabro e lo mando’ legato in Ferrara nel quale ufficio fu riconfermato dal successore Papa Innocenzo XII.
Da quanto riporta il Guarnacci in “Vitae et Res Gestae Pontificum Romanorum et R.E. Cardinalium a Clemente X usque ad Clementem XI Romae MDCCLI T.I. Sumptibus Veneti”,si apprende che : “Plura contulit beneficia in illius provinciae utilitatem .…”.
Da tali notizie si evince che “ Egli rese molti benefici a quella provincia:ricostrui’ strade dissestate e usurate dal tempo e ne apri’ di nuove;bonifico’ terreni malsani e paludosi,rendendoli salubri.Nel periodo in cui l’Italia era in guerra ,aumento’ l’approvvigionamento pubblico di viveri e distribui’ fra i cittadini una ingente somma di denaro da destinare all’acquisto di vino, perche’ nessuno avesse a patire la fame e gli stenti.Aumento’ le pubbliche produzioni ed esento’ i cittadini dal pagamento di alcune imposte.
Riapri’ e destino’ ai giovani rampolli dell’aristocrazia il Collegio intitolato a Penna e istituito per i sussidi dell’ambasciatore Alberto Penna,che per lungo tempo era rimasto chiuso. Con strenuo coraggio,inoltre,difese militarmente,dalle incursioni dei signori confinanti,i territori posti sotto la sovranita’ ecclesiastica.Nel tempo in cui svolgeva fedelmente il suo dovere di legato di Ferrara,ottenne anche l’incarico di coprire la sede vacante di quella citta’,dimostrando nei confronti dei cittadini la medesima integrita’ morale,solerzia e fede religiosa, che riservava allo svolgimento del sacro ministero ecclesiastico”.
Il Cardinale Imperiali , uomo di elevatissima intelligenza e dai molteplici interessi, riusci’ ad entrare nei piu’ segreti favori di papa Clemente XI e a Roma , all’ombra della sua porpora cardinalizia, riusci’ a dare convegno in casa propria (Palazzo Imperiali ), a letterati,pittori,
architetti, divenendo un importante punto di riferimento culturale in Europa (3).Attorno a lui si creo’ una corte di cui facevano parte intellettuali,medici,artisti (pittori,scultori,
ebanisti,ecc.) :amava proteggere la cultura e le arti attraverso il mecenatismo,divenendo egli stesso committente di opere che esaltavano la magnificenza del suo casato,delle sue imprese diplomatiche e della cultura quale promozione dell’uomo tesa al miglioramento del suo benessere fisico,psichico e spirituale.(4)
A consacrare la fama imperitura del porporato,contribui’ l’opera di Alessandro Guidi (1650-1712) uno dei massimi interpreti del gusto letterario arcadico,il quale,nelle “Rime”, riserva un ruolo di spicco alla dignita’ e al valore del Cardinale Imperiali:
Al Sig.Cardinale Giuseppe Renato Imperiali.
Roma non mai soggiogata dal tempo
Oh se l’ombra di Ciro
Lungo l’Eufrate oggi movesse il piede!
Fuori dell’antica sede
Babilonia vedrai pianger sul lito;
vedrai le reggie dell’impero assiro
per ermi campi inonorate e sparte,
e l’ampie mura di splendore ed arte
oggi d’arbe insidie orrido albergo;
che’ tanto puo’ colui che armato il tergo
di vanni eterni su per l’alta mole
sta sempre al fianco al corridor del sole.
Egli e’ colui che quaggiu’ spinge gli anni
E lor rapidi sdegni.
Onde trasforma la sembianza ai regni
E cangia sede ai mari;
ma qualor volge il ciglio
all’Aventino,al Tebro,
tutto l’orgoglio suo vede in perielio;
e vér se stesso e il suo poter s’adira,
pensando che a domare indorno aspira
Roma,che prende ogni gran piaga a gioco
E dal cenere ancor s’erge superba;
e cosi’ ei vede farsi
con il suo tormento e scherno
delle glorie latine un giro eterno.
Gia’ non pensaro i secoli feroci,
allor che vider del real bifolco
girar qui intorno l’animoso aratro,
che dal negletto solco
sorger dovesse la fatal nemica;
Quindi dell’ira lor l’alta fatica
Incominciaro,e le dier tanta guerra
E quando visse in regie spoglie accolta
E quando alto sostenne
La consolar bipenne,
che discordia civil di mani le tolse;
e da che il ferro e l’opra
dell’indomito Bruto
dai numi ebber rifiuto
e la temuta dignita’ risorse,
quanto sul Lazio corse
il pie’ degli anni irato,
e quante sul Tarpo moli famose
a terra sparse e in cieca notte ascose.
Ne’ stanco o sazio di recare affanno
Il fero veglio alato ancor congiunse
L’ira de’ Goti alle stagion crudeli;
e la donna del mondo a tal poi giunse,
che il crin s’avvolse entro i funesti veli.
Non pero’ da vilta’ perse consiglio,
non di pianto porto’ le guance asperse,
ma tacita nel seno
l’orma del ferro e dell’eta’ sofferse,
e talora miro’ le sue sventure
come leon che con terribil faccia
guarda le sue ferite e altrui minaccia;
Speravan gli anni di mirar estinto
Di Roma alfine lo splendore e il nome;
poiche’ nel vatican,cinta le chiome,
seder vedean sul trono
della virtute antica
altra placida e lenta
e di pietate amica,
Quindi dicean:-Se apparira’ sul Tebro
Novo duce africano,
e qual rotulea mano
andra’ di Libia a fulminare il seno ?
chi rechera’ la foce,onde cartago
vide ne’ suoi gran danni
tanto intorno avvampar le terre e i mari ?
Sperava forse Roma
In mezzo ai duci incatenati e ai regi
Vedere i figli suoi
Tornar dall’Asia doma,
e co’ felici esempi
ornarle il seno di teatri e templi ?
cosi’ soleano lusingarsi l’ire
dell’aspre eta’ nemiche
entro il loro destre;
e intanto il fato del romano impero
varcava il Gange sotto i novi augusti;
e la citta’ latina
in si’ bella sembianza anco e’ risorta,
che l’antiche ruine ormai conforte,
ed or stan le bell’arti in lieto ardore
nel mirar di Clemente i gran pensieri,
per cui verra’ che l’alta donna speri
il chiaro aspetto del primiero onore.
Gia’ l’ardire degli anni
Paventa d’incantar ne’ suoi viaggi
Nove offese sul Lazio e novi oltraggi.
Le vicende politiche,poi,gli aumentarono fama ,importanza e potenza.
Uno dei suoi piu’ grandi successi fu quando – nel 1711 - il papa Clemente XI lo nomino’ suo legato a latere per le accoglienze all’Imperatore Carlo VI, allo scopo di riannodare le relazioni tra questi e la Santa Sede,troncate durante la guerra di successione. L’incontro a Milano fu un grande trionfo.
Tanti onori lo fecero salire ancora piu’ in alto.Le sue buone attitudini lo condussero ad essere PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE DEL BUON GOVERNO e la riordino’ cosi’ fattivamente che Clemente XII con bolla speciale gli estese i poteri.
Della sua opera prestata in Roma e fuori, scrisse il Guarnacci:”Romam redux congregationibus quibus fuerat adscriptus semper interfui tea diligentia atque assiduitate ut cardinalis irreprehensibilis et quotidie operosus haberetur.
“Di ritorno a Roma,in qualita’ di membro della Congregazione del Buon Governo,sempre si distinse per diligenza e operosita’,tanto da essere ritenuto un cardinale irreprensibile e attivo ed essere eletto capo della suddetta Congregazione. Si racconta che un anno,durante le ferie autunnali egli svolse la visita pastorale in una provincia dei territori ecclesiastici a proprie spese e laddove non pote’ essere presente personalmente, invio’ in sua vece alcuni presuli della Congregazione e cio’ per verificare la situazione effettiva della sua comunita’,per indurre i debitori a saldare i conti,per rimpinguare le casse pubbliche.
Inoltre se strade o ponti o altri edifici pubblici necessitavano di una riparazione,egli non esitava a delegare le spese alla propria Congregazione.
Difensore della giustizia e caparbio nei suoi propositi,aspirava a ricoprire sempre nuovi incarichi e giammai si dimise da quelli gia’ conferiti,poiche’ da essi desiderava ottenere il riconoscimento della gloria e non la ricchezza.Anche per questo motivo soleva chiamare con il nome di “ignavi e spregiatori di gloria” coloro che sfuggivano gli oneri derivati dalla fama.
Resistente alle fatiche,consolatore dei poveri,sostenitore dei buoni,accoglieva sotto la sua ala protettrice soltanto coloro che erano veramente onesti e virtuosi.(5)
Il Cardinale Imperiali fu inoltre presidente della DISCIPLINA DEI REGOLARI, Protettore degli Agostiniani, dei Virginiani dell’Accademia Ecclesiastica,dell’Academia Imperialis , del Collegio Apostolico dei sacerdoti e monaci penitenti e del Collegio degli Ungheri Tedeschi.
Piu’ tardi passo’ dall’ Ordine de’ Diaconi a quello dei preti mutando il titolo di S.Giorgio in Velabro con quello di S.Lorenzo in Lucina.Prese parte a cinque Conclavi,a quello del 1691 che nomino’ Innocenzo XII;a quello del 1700 nel quale fu eletto Clemente XI; a quello del 1721 nel quale fu scelto Innocenzo XIII; a quello del 1724 nel quale fu nominato Benedetto XIII; ed a quello del 1730 nel quale ottenne i voti Clemente XII.In questo Conclave sarebbe riuscito Papa a maggioranza di voti se non ci fosse stato il voto contrario del cardinale Bentivoglio ,il quale presento’ l’esclusiva a nome del re di Spagna . Re Filippo infatti, geloso degli ottimi rapporti tra l’Imperiali e l’Imperatore,fu irremovibile. Fu,quindi,eletto il cardinale Lorenzo Corsini,con il nome di Clemente XII.
Il Cardinale Giuseppe Renato Imperiali, Mori’ in Roma il 15 gennaio 1737 assistito dal suo nipote Cardinale Cosimo Imperiali (1685-1764) .
Oggi nella sacrestia della collegiata,accando al ritratto del Borromeo,si ammira quello di Giuseppe Renato Imperiali,che un tempo si trovava nel castello.
Sepolto a Roma nella Basilica S. Agostino , il nipote Michele gli fece costruire uno splendido monumento nell’altare in cornu epistolae.
“ Esso sorge su un basamento in cui si aprono due porticine settecentesche (6),che occupano tutta la parete adorna da specchi marmorei policromi.Il grandioso insieme venne eseguito su disegno dell’architetto senese Paolo Posi(1708-1776) ed e’ formato da una piramide addossata alla parete davanti alla quale la Fama,allegoricamente rappresentata da una giovane figura alata,sorregge un grande medaglione contenente il ritratto del defunto eseguito a mosaico da Pietro Paolo Cristofari (1685-1743) -(7) su disegno originale di Ludovico Stern (17091777) (8); in basso,ai lati del sarcofago su cui posa un’aquila recante emblemi – la mitria,il cappello cardinalizio,dei libri,una croce – sono altre due figure allegoriche alludenti alle due principali virtu’ del defunto,la Carita’,a sinistra, e la Fortezza d’animo, a destra;entrambe,assieme alla statua della Fama,sono opera di Pietro Bracci (1700-1773).
Sotto il monumento e’ un grande cartiglio con iscrizione (9) circondato da fogliami bronzei e affiancato,in alto,da due teschi alati.L’ideatore del monumento,Paolo Posi,esponente tra i piu’ significativi del ‘700 romano (10),fu per anni architetto di casa Colonna e spesso autore di apparati per le feste,secondo un gusto che si ritrova poi nelle sue architetture anche funerarie “che trasportano la severita’ delle allegorie berniniane in una atmosfera di spigliata gaiezza ricco”,come dice il Portoghesi, e continua: “Il sepolcro Imperiali risulta ,tuttavia,piu’ “composto” e “il tono gaio della policromia,che ricorda la tavolozza di Pompeo Batoni,forma un calcolato contrasto con i macabri teschi alati sorreggenti la targa”.
Gia’ il Venuti,descrivendo il monumento,lo aveva definito “di bizzarra e nuova invenzione … ricco di metalli e marmi antichi”.Le tre figure allegoriche vennero eseguite da Pietro Bracci intorno al 1741,data in cui lo stesso scultore, principale esponente,assieme a Filippo della Valle,della scultura tardo-barocca romana,le ricorda nel suo Diario(11).
Anche lo schema della tomba e il suo significato sono ormai non piu’ volti a sottolineare l’unione dello spirito con Dio,come era stato nel ‘600,ma piuttosto sottintendendo la volonta’ di mantenere vivo il ricordo del defunto,cosa cui allude la Fama nel sorreggere il ritratto del cardinale,volando davanti all’emblematica piramide,simbolo dell’eternita’(12)”.
Il fastoso monumento sepolcrale,eretto per eternare la figura eccelsa del cardinale,riporta la seguente epigrafe,nella quale si compendia tutta la sua vita:
IOSEPHO RENATO
TITULI S.LAURENTII IN LUCINA
S.R.E. PRESBYTERO CARD.IMPERIALI
LEGATIONE FERRARIENSI ET ALTERA OFFICII CAUSA
AD CAROLUM VI CAES. HISP. REGEM PERFUNCTO
MAGNITUDINE ANIMI ET CONSILII
FIRMISSIMA IN SEDEM APOSTOLICAM FIDE
PUBLICIQUE BONI STUDIO
SUO AEVO CLARISSIMO
ET A CIVITATIBUS ET OPPIDIS PONTIFICIAE DITIONIS
QUORUM PATRIMONIIS PRAEFUIT
PARENTIS LOCO HABITO
QUI VIXIT ANNOS LXXXV MENS. VIII DIES XVII
OBIIT XVIII KAL. FEBR. A.D. MDCCXXXVI
MICHAEL IMPERIALIS PRINCIPES FRANCAVILLAE
HAERES
POSUIT